venerdì 12 luglio 2013

Bacio Man e la frase ad effetto dopo la fine del mondo




Come per la notte degli Oscar bisognerà studiarsi una frase ad effetto. Già mi vedo, come tutti i supereroi quando hanno appena salvato il mondo, con le macerie sullo sfondo, il berretto del capo della polizia fumante, gli idranti che spruzzano senza sosta (fanno tanto fine del mondo il berretto del capo della polizia bruciacchiato con gli idranti, non ce n'è...). Sarà una mattina d'estate, però la tratteremo come un crepuscolo di Ottobre (se si incazza, pace, sono un supereroe), gli abiti stracciati dei sopravvissuti, qualcuno inginocchiato che prega, scie di missili in cielo, un carrello del supermercato abbandonato, buste di plastica che si gonfiano e volano in alto a sinistra. Ecco come si riconosce una vera fine del mondo, i sacchetti di plastica tendono a volare verso sinistra e c'è stampato sopra in viola : Crazy Smart. Non potete sbagliare. Arrivato quel momento, chiuderò il rubinetto dell'idrante più vicino, spingerò via il carello orfano del supermercato e appena l'uccellaccio mutante avrà smesso di gracchiare dirò: "Siamo riusciti a far uscire l'aquila dalla gabbia del canarino!". Che ne dite ?
 
Non sono un supereroe dalla nascita e nemmeno da trasformazione, non sono nato su un pianeta lontano, non sono stato morso da un ragno, non sono stato bombardato per errore dai raggi gamma, mio padre non era un dio, non mangio le spagnolette. Mi sono accorto solo recentemente dei miei superpoteri, per caso direi. Siete padroni di non crederci, ma mi sono accorto di essere un supereroe quando mi hanno fatto notare che il cibo che cucinavo a cena il giorno dopo era meglio. La mia torta salata è sublime fredda, il mio ragù deve riposare una notte, così la mia insalata di pollo e la ribollita poi...
Lo so che sembra una cazzata ma è cosi che me ne sono accorto. Ho anche una zia fattucchiera da parte di babbo ancora viva, ma non so se conta, se fa curricula.
 
Pensandoci bene dopo una (bella) fine del mondo di quelle con pochi sopravvissuti una frase ad effetto come quella del canarino non è poi così decisiva. Allora cerco nuovamente di immaginarmi il berretto annerito del capo della polizia, il carello del supermercato che scende tipo corazzata Potemkin, le buste del Crazy Smart mentre soffocano una cornacchia mutante, in più aggiungo una piramide sghemba e instabile formata dai rottami delle armi nemiche.
Mi sento triste perché mi è venuto in mente il canarino, chiuso, intrappolato, incapace di uscire dalla gabbia dell'aquila. Immagino pure a voi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

15 commenti:

  1. "Mi sento triste perché mi è venuto in mente il canarino, chiuso, intrappolato, incapace di uscire dalla gabbia dell'aquila" dopo questa sei sicuramente il mio supereroe :)

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  2. Nascere, o diventare, supereroi è facile, difficile è rimanerci, perchè tutto concorre, nel mondo contemporaneo, a facilitare la perdita dei super poteri.
    Questa nostra epoca, d'altronde, sollecita ma, nel contempo, respinge la figura del supereroe.

    Quelli che si vedono in giro sono solo figuranti, i veri non si palesano mai, per motivi di privacy o di copyright, o più semplicemente per risparmiarsi nelle forze e adoperarsi solo per i casi impossibili.
    D'altronde un supereroe troppo facilmente reperibile contribuirebbe a sfatare la propria leggenda, inflazionando con la propria presenza talk show e riviste, diventerebbe uno dei solit noti, di quelli che incontri per strada e dici "ah si, è lui, in tv pare più grasso, chissà, forse anche la Clerici non è poi così in carne come sembra"

    Di un vero supereroe è giusto che si sappia poco, qualche particolare trasgressivo ci sta bene, tanto da alimentare la leggenda e fornire materiale di scrittura così, ecco, mi viene di suggerirti di porre nella gabbia dell'aquila una bellissima donna discinta, che dondola come in un'altalena nella voliera appesa nella tua camera da letto, interamente ricoperta di specchi dove anche tu spericolatamente volteggi, tenerario uomo ragno in bilico sul bordo dell'armadio o, spericolato uomo pipistrello appeso a testa in giù sul bastone delle tende
    Ad onta della forza di gravità raggiungi la voliera per ghermire, con la potenza predatoria dell'aquila, la meravigliosa creatura prigioniera, esibendoti in una inaudita, quanto spericolata peformance sessuale, a mezz'aria, tra il lampadario ed il letto in una impresa, questa si, indiscutibilmente virile :))))))

    Garanti que, à ce altesse et dans ce contexte, phrase quelconque devient d'effet:))))))))
    Marlene
    (Excuse pour le commentaire éliminé)

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    1. altro che scuse, se riscuotessi i diritti d'autore dovrei dartene una percentuale !

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    2. Ma che emozione Antoine, questa tua risposta.
      Fifty fifty (equally between two)......non dovrò cercarmi un secondo lavoro.
      Però tu rimani sempre il mio ineffabile socio di maggioranza, il maschio alfa, il capo guida, il faro, il maestro, la stella polare..........
      Marlene (emozionata)

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  3. c'era poi quell'uomo il cui superpotere consisteva nel poter passare sopra uno zerbino senza che le sue scarpe si pulissero in alcun modo.
    lo si riconosceva perché alle feste era sempre l'unico scalzo.
    si trasferì in africa presso una tribù che non usava le scarpe, si poteva trovare perché la sua capanna era l'unica con lo zerbino.

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    1. è la sfiga dei supereroi, grandiosi quando si tratta di sconfiggere il male, ma imbranati nel quotidiano...
      pensiamo a un nome per questo eroe del tappetino ?

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  4. Di poteri ne hai, anche strabilianti...saranno i geni da fattucchiere...

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  5. Mi sa che se i superpoteri sono quelli, il vero e unico supereroe è il frigorifero! :D
    Ho salvato il tuo blog nei miei preferiti. A presto,

    Matteo :)

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  6. Ho sempre diffidato di chi dice di essere un eroe, figuriamoci poi un 'super'...:-))

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  7. Sono in loop tra le mattine estive da trattare come crepuscoli di ottobre (rosso?) e le spagnolette. Pure loro me immagino rosse d'abito, di bocca e di piede. Delle eroine.

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  8. supereroi non si diventa: tu sei un supereroe e basta. punto.

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  9. Share, egli si svanì, andandosi apparendo

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